Un qualsiasi novembre
Mi alzo svogliato, umore e bioritmi mi hanno fatto indovinare la situazione meteorologica molto prima di aprire la finestra. Come al solito non si sbagliavano: dietro il sipario della mia tapparella va in scena l’uggiosa rappresentazione di un’altra giornata di pioggia nelle lande patavine. Vabbè, poco male: in fondo è stato brutto per tutto il week end e finché me ne sto chiuso in ufficio di sicuro il maltempo è meno fastidioso. E poi tre giorni di pioggia in autunno ci stanno tutti…
Accendo la TV mentre la cuccuma di caffè borbotta e mi tiene compagnia.
Mi sintonizzo su un TG qualsiasi. Un disastro: esondazioni sparse, danni per milioni di euro, autostrade interrotte, paesi isolati, gente sfollata che ha perso tutto. Le immagini straziano il cuore, non si può fare a meno di pensare a coloro che sono stati colpiti da questo evento catastrofico. Anzi, non basta pensare: domani si va a dare una mano e magari si versa qualche soldo sui conti correnti aperti ad hoc che stanno scorrendo in sovraimpressione. Poi la razionalità prevale per qualche secondo sull’emozione e mi viene in mente che in fondo sono tre giorni che piove. In autunno dovrebbe essere normale. Com’è possibile che succeda un patatrac simile? E nel nord Europa come fanno? E nei caraibi? Mah…
Un qualsiasi dicembre
Mi sveglio infreddolito, la temperatura si è abbassata parecchio. Alzo la tapparella: nevica!!!! Fiocca!!!! Il mio animo si espande, leggero come i cristalli di neve e sorrido come un bimbo dietro il vetro guardando la città che viene avvolta da un soffice manto di magia.
Accendo la TV mentre la fiamma sotto la caffettiera scalda il mio risveglio.
Un disastro: dopo due giorni di neve l’Italia intera è bloccata. I treni non funzionano, gli aerei rimangono a terra, le autostrade sono andate in tilt e accuse di ogni tipo rimpallano da una parte all’altra della penisola: un tardivo scaricabarile che evidenzia solo l’incompetenza e il pressapochismo di cui è permeato il nostro sistema di infrastrutture (e non solo quello…). Ma dico io, in Svezia, in Norvegia e in Lapponia come fanno? Ah ecco ecco: dicono che sono in crisi anche gli USA, beh allora… Se è in crisi la superpotenza più efficiente e organizzata del globo… Ops, in realtà negli USA c’è stata la nevicata del secolo, metri e metri di neve. E da domani comunque tutto tornerà alla normalità. Qui saranno scesi a dir tanto 40 cm e la normalità è prevista, se tutto va bene, per la settimana prossima, salvo il fatto che sono in programma scioperi a singhiozzo degli autoferrotranvieri e dei controllori di volo. Il paragone con gli USA non è più molto consolatorio. Mah…
Vabbè, evito di uscire di casa e mi collego via web con l’ufficio.
Un qualsiasi luglio
Mi alzo in un bagno di sudore. Dietro la tapparella un sole africano flagella ancora la città; non c’è un filo di vento, non si muove una foglia. Caldo, afa: l’estate patavina è un inferno di umidità, zanzare e inedia. Ci si salva solo grazie all’aria condizionata e, quando si può, a qualche gitarella al mare o sui monti. A proposito di climatizzatore: cos’è ‘sto caldo terribile in casa? O cazzo, è spento. Com’è possibile? Ah, è mancata la corrente stanotte. Vabbè ormai lo lascio spento tanto sto uscendo per andare al lavoro.
Accendo la TV mentre l’aroma del caffè profuma l’inizio di un nuovo giorno.
La signorina dietro lo schermo mi racconta con toni drammatici che il fabbisogno di elettricità dovuto all’accensione di massa dei climatizzatori ha messo in crisi il sistema energetico italiano. Inoltre il nostro Bel Paese è in piena crisi siccità, dato che non piove da ben 2 mesi. Siamo in stato di emergenza, Protezione Civile allertata. Un sorriso amaro mi si disegna in volto, un senso di nausea mi prende stomaco e cervello.
Esce il caffè.
…sembra che anche ques’inverno farà freddo, probabili nevicate, anzi no nevicate paurose, mai viste negli ultimi quarant’anni, mai scesa tanta pioggia in una sola settimana, e poi improvvisamente mai viste temperature cosi miti per essere inverno. Non si vedavano escursioni termiche cosi forti indovinate da almeno quanto ?. Esatto. Quarant’anni. Aspettiamo l’estate che sarà pazzesca. Le temperature che arriveranno non si vedevano da almeno… Il caffè è pronto anche da me. Un dato certo.L’inebriante profumo emesso,costante da almeno … quarant’anni.E che diamine!