Intro
L’ultimo capitolo di questo diario di viaggio è dedicato ai musei: la città di Madrid anche in questo ambito propone una offerta culturale e artistica straordinaria, in grado di accontentare qualsiasi palato. Buona lettura!
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Come sempre si tratta di impressioni di viaggio assai personali e soggettive, arricchite in qualche caso di link (laddove disponibili) ad altri siti. In particolare racconterò di alcuni luoghi che personalmente ho apprezzato, alcuni dei quali secondo me dovrebbero essere considerati “tappa obbligata” per un turista, tempistiche permettendo. Mi riferisco ovviamente al trittico istituzionale dei musei più famosi:
- Museo del Prado (https://www.museodelprado.es/)
- Museo Thyssen-Bornemisza (https://www.museothyssen.org/)
- Museo Reina Sofia (https://www.museoreinasofia.es/en)
NB1: al Prado e al Reina Sofia è possibile prenotare via web biglietti di ingresso gratuiti a fasce orarie prestabilite (di solito 2 ore prima della chiusura). Ovviamente questo tipo di accesso è limitato e per riuscire a trovare disponibilità è meglio muoversi in anticipo. Anche al Thyssen sono presenti molte facilitazioni e sconti (ad esempio i minorenni fino a tutto il 2023 entravano gratis) chiaramente evidenziate in biglietteria o sul sito web del museo.
In tutti i casi, la visita vale comunque il prezzo del biglietto.
NB2: a livello logistico i tre musei sono a 5 minuti uno dall’altro, tutti vicinissimi al Paseo del Prado e alla stazione dei treni Atocha
Gli altri suggerimenti sono più di nicchia, per chi magari torna a Madrid e si è già rifatto gli occhi con i tre musei principali. Ho potuto scoprire queste “chicche” grazie al suggerimento di amici in loco, approfittando del privilegio di aver visitato molte volte la città:
- Museo Sorolla (https://www.cultura.gob.es/msorolla/inicio.html)
- Museo Lázaro Galdiano (https://www.museolazarogaldiano.es/)
- Museo del Romanticismo (https://www.cultura.gob.es/mromanticismo/inicio.html)
NB3: non sono un critico d’arte né un esperto di pittura. In questo post troverete semplicemente le emozioni che mi hanno suscitato le opere e i musei che ho visitato, emozioni fruibili anche da qualsiasi altro turista in grado di percepire e apprezzare la bellezza che l’arte regala ai soggetti disposti a dedicarle almeno un minimo di attenzione.
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Museo del Prado
Il Museo del Prado regala un viaggio nel tempo attraverso i secoli d’oro dell’arte spagnola ed europea. La magnificenza dell’architettura neoclassica del museo, le sue sale maestose e illuminate da luce naturale, si fondono con la vastissima collezione di opere d’arte, regalando una esperienza avvincente a tutti gli amanti dell’arte e della bellezza in generale.
Ovviamente il catalogo del museo è pressoché infinito.
Riporto per amore di sintesi solo le opere che più mi hanno colpito, sottolineando che ovviamente si tratta di una ristretta selezione sulla base del mio gusto personale.
Francisco Goya – “La Maja Desnuda“
Il quadro più famoso di Goya, scandaloso ai suoi tempi non solo per il nudo in sé, ma per i dettagli di audace sensualità (p.es. l’espressione ammiccante e i peli pubici, rappresentati per la prima volta in un’opera d’arte).
Francisco Goya – “La Maja Vestida“
Un pendant alla “Maja Desnuda”: mostra la stessa donna, ma vestita. La forza erotica del quadro tuttavia non è da meno: la sensualità del corpo emerge quasi come nell’equivalente dipinto con la modella nuda.
Francisco Goya – “Los Fusilamientos del 3 de Mayo“
Un capolavoro che raffigura la repressione delle rivolte spagnole durante l’occupazione francese.
Goya cattura la drammaticità del momento, con il protagonista disperato e la sua esecuzione imminente.
Diego Velázquez – “Las Meninas“
E’ uno dei capolavori più analizzati nella storia dell’arte, per la maestria nella gestione della luce e della prospettiva: oltre alla famiglia reale di Spagna è rappresentato lo stesso pittore nell’atto di dipingere (guardando quindi la scena in uno specchio, la quarta parete in cui si trova lo spettatore).
Diego Velázquez – “La Rendición de Breda“
Nota anche come “Las Lanzas”, questa opera raffigura la resa della città di Breda durante la Guerra degli Ottant’anni.
La scena di guerra è ritratta con maestria e umanità.
Hieronymus Bosch – “Il Giardino delle Delizie“
Questo trittico è un’opera straordinaria, una visione surreale e allegorica, ricca di dettagli fantastici e visioni oniriche. Bosch rappresenta la storia dell’uomo attraverso molte scene bibliche e ci regala un mondo misterioso e enigmatico che continua a ispirare interpretazioni e riflessioni.
Sono presenti anche importanti opere di artisti italiani: Tiziano Vecellio, Fra Angelico, Guido Reni, il Correggio. La collezione, vasta e diversificata, offre una panoramica completa della storia dell’arte europea.
Insomma, per concludere: il Prado è più di un museo. Per me è stato un viaggio emozionale in un mondo in cui ogni sala racconta una storia affascinante, uno scrigno di meraviglie in cui è possibile immergersi in un affascinante segreto svelato da una pennellata.
Museo Thyssen-Bornemisza – “El museo de todos”
Il Thyssen-Bornemisza permette di vivere una esperienza straordinaria. Lo si può definire un viaggio attraverso i secoli, gli stili e la bellezza, che apre una finestra su mondi lontani e sensazioni universali.
Questo gioiello si deve ad un accordo tra il magnate tedesco-ungherese Thyssen-Bornemisza e il governo spagnolo, cui è stata ceduta la favolosa collezione privata di famiglia nonostante la concorrenza dei più importanti musei e governi mondiali (Londra, Parigi, Los Angeles, Tokyo e Losanna). Probabilmente fondamentale in questo senso è stato il matrimonio del barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza con l’attrice e modella spagnola Carmen Cervera.
In questo museo il visitatore può perdere lo sguardo tra le opere di artisti celeberrimi. Cito solo quelli che mi hanno entusiasmato di più (gusto personale): Van Gogh, Monet, Caravaggio, Vecellio, Canaletto, Tintoretto, Carpaccio, Piero della Francesca, Picasso, Mirò, Dalì, Chagall, Degas, Kandinsky, Pissarro, Gauguin, Hopper, Lichtenstein.
E scusate se è poco.
La lista oltretutto potrebbe continuare: la varietà di opere, la loro disposizione narrativa e l’atmosfera accogliente del museo offrono un’esperienza che va al di là della semplice contemplazione artistica e garantisce il valore aggiunto di una visita a questo luogo.
Una esperienza davvero forte, di cui cercherò di dare conto con alcune immagini puramente esemplificative.
Per ragioni campanilistiche non posso non citare fin da subito alcune opere del Canaletto (Giovanni Antonio Canal). Non fosse altro che per lo stupore di essermi imbattuto, tra le prime sale del Museo, in una veduta di Padova, riconoscibilissima ancora oggi.
Per gli amanti di Impressionismo, Espressionismo e dintorni, calo una quaterna piuttosto pesante:
Vincent Van Gogh (Les Vessenots in Auvers, Coal Barges), Maximilien Luce (Factory in the moonlight), Camille Pissarro (Rue Saint-Honoré, dans l’après-midi. Effet de pluie).
Il meraviglioso viaggio attraverso la bellezza garantito dal Thyssen, ci porta, sala dopo sala, fino alla modernità. In basso: Salvador Dalì (Sogno causato dal volo di un‘ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio ), Wassily Kandinsky (In un ovale chiaro), Joan Mirò (Peinture), Picasso (Corrida de toros).
Concludo la rassegna con un’altra serie di opere a mio gusto davvero godibili: Paul Gauguin (Mata Mua), Jean Metzinger (Bathers. Two nudes in an exotic landscape), George Grosz (Street Scene, Kurfürstendamm). Edward Hopper (Hotel room).
Museo Reina Sofia
Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía è un museo d’arte moderna e contemporanea, dedicato alla produzione artistica dall’inizio del Novecento ad oggi. Ha sede nell’antico Ospedale di San Carlo, edificio costruito alla fine del XVIII secolo e mirabilmente ristrutturato negli anni ’80.
L’opera più importante e famosa del museo è senz’altro Guernica, di Pablo Picasso, che da sola vale la visita, ma ci sono anche quadri di Dalì, Mirò, Kandinsky, Braque e tanti altri.
Alta tre metri e mezzo a lunga quasi otto, è forse l’opera più celebre di Picasso. Come noto, il dipinto prende spunto dalla rappresentazione del bombardamento della città basca di Guernica ad opera dell’aviazione tedesca nel 1937, per assurgere ad emblema della protesta contro l’assurdità della guerra in generale. Il quadro centra in pieno l’obiettivo: l’impatto visivo è decisamente forte, le dimensioni, i colori, le figure, trasmettono in modo vibrante l’angoscia, il dolore, la violenza, e la follia che ogni conflitto bellico inevitabilmente produce. Vale senz’altro la pena di soffermarsi a contemplarla.
Oltre a questo capolavoro, protagonista assoluto del museo, mi sento di segnalare due particolari opere di Dalì, che stanno in una sala adiacente a quella di Guernica:
Salvador Dalì: Il volto del grande masturbatore, Enigma senza fine
Al di là dell’impatto visivo iniziale, questi due quadri ci accompagnano per mano in un viaggio attraverso l’immaginazione surreale di Dalì, in un bizzarro labirinto di sogni, paure, ossessioni, creatività. Leggete qualche approfondimento e poi regalatevi 5 minuti davanti a queste opere. Sono certo che apprezzerete il tempo investito e il vagabondaggio mentale vissuto.
Vi sono poi altre opere notevoli nei dintorni del surrealismo. Sempre a mio sindacabilissimo giudizio ecco una piccola selezione: Salvador Dalì (Ragazza alla finestra), Jean Mirò (Uomo con pipa), Pablo Picasso (Signora in blu) Jean Mirò (Lumaca, donna, fiore, stella), Le Corbusier (La caduta di Barcellona).
Il Reina Sofia inoltre ospita una grande collezione di arte moderna e contemporanea spagnola e propone un vasto programma di esposizioni temporanee, nonché di attività ricerche e sperimentazioni destinate al pubblico.
Museo Sorolla
Il museo è dedicato interamente a Joaquín Sorolla – il pittore della luce mediterranea – e si trova nella sua antica casa di famiglia.
In questo caso però è doverosa una premessa: dimenticate la maestosa imponenza dei tre musei più famosi e preparatevi ad una visita più rapida e intima nella casa di un artista. Una sorta di viaggio nel tempo, corollato da uno splendido giardino di alberi, fiori, fontane, in cui artisti contemporanei si esercitano nel vibrante silenzio intriso di bellezza che si respira durante tutta la visita di questa gradevolissima oasi nella città.
Museo Lázaro Galdiano
Si trova in un palazzo storico non propriamente in centro (Barrio de Salamanca) ma si raggiunge facilmente con la metro. Raccoglie la collezione d’arte privata di José Lázaro Galdiano, un fianziere, editore e appunto collezionista d’arte.
Include anche alcune opere pittoriche di una certa rilevanza, tra cui una tavola di Bosch e Il Sabba delle Streghe di Goya, senz’altro l’opera più rappresentativa ed importante del museo. Interessante anche la concezione interattiva di molte sale e la volontà di far sentire il visitatore protagonista.
Museo del romanticismo
Si trova in pieno centro, nel Barrio Malasaña, l’ingresso è a prezzo irrisorio (3€, ma in alcune giornate è gratuito). E’ un piccolo museo, certamente meno conosciuto rispetto agli altri ma che permette di investire in modo interessante un’ora del vostro tempo a Madrid.
In sostanza si tratta di un palazzo nobiliare in cui è stata ricostruita una interessante collezione di mobili, quadri e oggetti d’arte risalenti all’Ottocento. Permette di intraprendere un viaggio nostalgico nell’estetica e nel sogno del Romanticismo spagnolo.
Conclusioni
Si conclude qui la mia breve rassegna dei musei più significativi della capitale spagnola.
Io ho avuto la fortuna di poterci tornare più volte e in effetti la quantità la qualità delle opere presenti richiederebbero (se possibile) qualcosa di più rispetto ad una visita “mordi e fuggi”.
Si conclude anche la trilogia di post dedicati al diario di viaggio a Madrid, una città che mi ha rubato il cuore e che auguro ai miei venticinque lettori di poter visitare quanto prima, innamorandosene allo stesso modo.
Spero di aver fornito qualche suggerimento utile e di aver trasmesso l’entusiasmo e la voglia di tornare che poche altre mete sono state in grado di suscitare fino ad oggi.
Come sempre commenti, ringraziamenti, critiche, correzioni, osservazioni, pamphlet, j’accuse e crucifige sono ben accetti (ma da me moderati e selezionati, quindi non esagerate).
Il Diario di viaggio a Madrid è terminato.
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