
Intro
Negli ultimi anni è divenuta una delle mete turistiche più in voga del mediterraneo e con gli amici abbiamo deciso di farci un salto, optando per un weekend lungo. In effetti per la visita alla sola Marrakech, senza prevedere altre tappe, direi che 3 o 4 giorni al massimo sono perfetti per apprezzare la città, magari pianificando anche una puntatina nel deserto (vedi in seguito).
Ora alcuni consigli importanti e gratuiti, per chi ha voglia di recepirli.
Quando viaggiare: la primavera e l’autunno sono i periodi più indicati per visitare Marrakech, poiché d’estate il caldo è davvero impegnativo. La valuta locale è il Dirham marocchino (DH) e il cambio risulta facile da calcolare: nel 2024 1€ equivaleva a circa 10 dirham.
Pagamenti & Soldi: Bancomat e Carte di Credito sono accettate quasi ovunque e si può comunque pagare in contanti (Dirham o Euro) praticamente dappertutto. Meglio non girare con grandi quantità di denaro contante in bella vista: i borseggiatori abbondano, come in tutti i luoghi affollati di turisti.
Comportamento: vi trovate in una città stracolma di turisti, ma ricordatevi che siete in un Paese molto conservatore. Vestitevi in modo magari leggero ma decente e rispettoso. Immortalare monumenti non è un problema ma prestate più attenzione ai ritratti: non tutti gradiscono l’idea di essere fotografati.
Negoziazioni e guide: tanti personaggi vivono di interazioni con i turisti, quindi in molti casi vi offriranno servizi in cambio di denaro. Per evitare inconvenienti e risparmiare, scegliete se possibile guide ufficiali e tour organizzati, magari chiedendo informazioni nel vostro hotel o nel vostro riad.
Contenuti
Come al solito, in questo diario di viaggio troverete impressioni assai personali e soggettive, arricchite di link (laddove disponibili) e di alcune preziosissime “chicche del Ceo”, ovvero dettagli relativi a luoghi o esperienze che ho potuto apprezzare in prima persona e delle quali mi piace l’idea di condividere il ricordo. Il valore di queste chicche è, nemmeno a dirlo, inestimabile. Istruzioni per l’uso:
- Link: se cliccate sui nomi o sulle parole colorate in rosso amaranto e sottolineate, si aprirà il relativo link (ammesso che tutto funzioni correttamente).
- Chicche del Ceo: le trovate in questo formato. Fatene buon uso, fortunelli.
Marrakech – Dove dormire
Il suggerimento, abbastanza scontato, è quello di evitare le grandi catene alberghiere e scegliere un Riad in zona Medina, nel cuore antico di Marrakech. Qui l’architettura caratteristica, la storia, i colori e i profumi dei Souk, vi faranno assaporare fin dal vostro arrivo il fascino peculiare della città.
I Riad sono quasi sempre a gestione familiare, fanno parte della tradizione architettonica locale, sono godibilissimi e garantiscono di solito una ospitalità davvero squisita, tanto da far sentire i turisti a casa propria.

Internet come sempre offre un ventaglio di possibilità pressoché infinito: è importante controllare soprattutto le recensioni e la posizione (l’ideale per una prima visita è la Medina, vicino ai Souk).
Io ho trovato una soluzione davvero soddisfacente qui:
https://www.marrakech-riad.co.uk/marrakech-riad-cinnamon/
Accoglienza squisita, gentilezza e ospitalità esemplari. Prenotandola il giorno prima è anche possibile godersi una cena “casalinga” con le specialità locali cucinate dai gestori. Nel nostro caso è stata una delle migliori cene a Marrakech, tanto per dire.
Marrakech – Cosa mangiare
Questo è uno dei capitoli che più ci ha sorpreso: non avevamo mai approfondito le tradizioni culinarie marocchine, cous cous a parte, e devo dire che siamo tornati molto soddisfatti.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto gli amanti degli infusi potranno fare scorpacciate di tè alla menta: è in pratica la bevanda cult, la si trova ovunque e e in molte occasioni vi verrà offerta, fa parte del rito dell’ospitalità marocchina.
Preparatevi a degustarne svariati bicchieri ogni giorno; sapore e gradevolezza variano a seconda di come viene preparato. A titolo di curiosità abbiamo anche assaggiato il caffè del deserto, preparato scaldando la cuccuma in un contenitore di sabbia molto calda.

Al netto di tutto ciò che attiene all’alcool (superalcolici, vino e birra sono quasi impossibili da trovare), Marrakech offre tante ricette di ogni tipo.
Cous cous, zuppe, carne (maiale escluso), pesce e verdure, offrono un ventaglio di scelte interessanti per ogni palato. Baghrir, zuppa Harina, Tanjia e soprattutto Tajine sono tra le tante deliziose ricette da gustare in loco.
Inoltre nelle piazze principali è pieno di bancarelle che offrono frutta (ottima) e cibi di ogni tipo, dipingendo un pittoresco collage di colori, profumi e suoni caratteristici.
Ogni mercante urla e gesticola in modo folcloristico e un po’ ingenuo per attirare i turisti ed accaparrarsi una vendita in più.

Segnalo in particolare la specialità culinaria che più ci ha conquistati, ovvero la Tajine, in tutte le sue varianti: si tratta di pietanze a base di carne, verdura o pesce in umido, tipiche della cucina nordafricana, e in particolare marocchina.
Prendono il nome dal caratteristico recipiente in terracotta in cui la ricetta viene preparata.
Ne abbiamo assaggiate diverse tipologie: di verdure, di agnello, di manzo e di pollo.
Il denominatore comune è l’armonia tra gli ingredienti, arricchiti nel sapore da sapienti mix di spezie.
Erano tutte davvero buonissime!
In particolare quella a base di pollo, con limone, olive e spezie varie ci è rimasta nel cuore, tanto da replicarne più volte la preparazione anche dopo il rientro in Italia.

NB: tra le caratteristiche della cucina e della tradizione marocchina (e nordafricana in senso più allargato) hanno un ruolo importante proprio le spezie. Oltre ad arricchire i sapori di quasi tutte le ricette, riempiono di profumi e di colori i negozi nei Souk e le erboristerie della città (vedi più avanti).
A titolo di esempio vale la pena citare il Ras el Hanout (in arabo “il re della drogheria”), una miscela composta da 30/35 piante e spezie con cui arricchire moltissime ricette a base di carne.
Marrakech – Cosa vedere
Il primo consiglio è quello di predisporsi a scoprire un mondo particolare, del quale apprezzare anche alcune sfumature che non stanno nelle guide turistiche: il calore e l’approccio diretto delle persone, un po’ di confusione, un costante accompagnamento di colori, profumi inebrianti, talvolta standard igienici non propriamente da HACCP e molti dettagli ad uso squisitamente turistico.
Per quanto riguarda le mete, ci sono diverse tappe obbligate.
La Medina
La prima cosa da fare è immergersi nei labirinti della Medina, che peraltro sono patrimonio UNESCO. Perdersi tra i vicoli, immersi in esplosioni di colori, profumi e suoni caratteristici, attraversando i Souk è forse la cosa più caratteristica e affascinante da apprezzare, giorno dopo giorno.
I Souk
In questo intricatissimo dedalo di viuzze, dove si vende praticamente di tutto, avrete modo di tornarci sicuramente più volte, spesso perdendo l’orientamento e dovendo ricorrere al vostro smartphone per ritrovare la direzione corretta.
Fa parte del loro fascino, insieme al delirante numero di piccole botteghe che offrono la qualunque: souvenir, cibo, pelletteria, gioielli, bigiotteria, arredamento, giocattoli, erbe e spezie, libri, vestiti, chincaglieria varia e chi più ne ha più ne metta.

Non aspettatevi però il classico negozio italiano: qui l’esposizione fronte strada, l’approccio dei venditori, il fiume di gente a tutte le ore, i gattini randagi “adottati” dai mercanti, i motorini “vintage” che sfrecciano in continuazione in mezzo a vicoli stretti e affollati, vi faranno vivere una esperienza davvero “particolare”.

Una delle (note) peculiarità di questi caratteristici mercati è la modalità di negoziazione del prezzo.
Per chi è abituato agli acquisti via web e ai listini fissi dei prodotti delle multinazionali o delle catene di negozi, sarà necessario un minimo di adattamento per adeguarsi agli usi locali.
Nel Souk il prezzo che dovrete pagare per i vostri souvenir è il traguardo finale di un percorso che inizia con il primo prezzo dichiarato dal venditore e passa attraverso una serie di tappe intermedie che servono a trovare un equilibrio nella trattativa, in modo che entrambe le parti si considerino soddisfatte.
Armatevi di pazienza e cercate di calibrare bene i vostri ribassi, senza mancare di rispetto all’interlocutore.
Chicca del Ceo: comprate ciò che volete, ma se volete sbizzarrirvi con le spezie e l’olio di Argan, suggerisco di uscire dal Souk e recarvi in erboristerie specializzate, dove in mezzo a scaffali pieni di ampolle colorate, vi offriranno un tè alla menta e vi racconteranno in modo colorito e coinvolgente le caratteristiche e gli utilizzi delle spezie e degli olii marocchini, regalandovi una pausa assai piacevole.
Noi abbiamo vissuto una esperienza positiva e perfezionato acquisti soddisfacenti presso Herboriste du Paradis, che si trova vicino alla Madrasa di Ben Yussef.

Oltre al già citato Ras el Hanout, abbiamo perfezionato l’acquisto di altre miscele di spezie particolari, alcune specifiche per cucinare il pesce, altre da sniffare per liberare le vie nasali. Moltissime anche le essenze profumate da aggiungere ad esempio all’olio di Argan.
Piazza Jemaa el – Fnaa (la place)
E’ probabilmente da considerare il cuore pulsante della Marrakech turistica.
Si tratta di una piazza enorme, frequentata da migliaia di persone a tutte le ore del giorno e fino a tarda notte. Vi troverete decine di bancarelle colorate che offrono cibo a tutte le ore, chiromanti, artisti di strada, musicisti, danzatori in abiti tradizionali, venditori di souvenir, ammaestratori di scimmie e di serpenti, oltre ad un mare di turisti da ogni dove.

Godetevela, tornateci in vari momenti della giornata: dal tramonto in avanti è uno spettacolo che cresce progressivamente, senza sosta.
Almeno una cena consumatela qua, scegliendo tra le centinaia di offerte, e preparandovi a pagare più che altrove (ma l’esperienza va fatta, almeno una volta).
NB: per fotografare alcuni attori di questo “palcoscenico” (serpenti, scimmie, abiti tradizionali) viene di regola richiesto un obolo in denaro, spesso in modo piuttosto “insistente”. Cercate di evitare discussioni spiacevoli: ricordatevi che siete in vacanza e siete all’estero. Sorridete, date qualche moneta e ciao.
Chicca del Ceo: oltre a godervi i tramonti in questa splendida piazza, spendetene uno sulla terrazza di qualche locale dei dintorni, bevendo un tè alla menta e contemplando il calar del sole sulla città. Decine di rooftop semplici ma piacevoli vi aspettano sui tetti di Marrakech per immergervi nello spettacolo del tramonto in un panorama davvero ricco di fascino. Non ve ne pentirete.

Madrasa di Ben Youssef
Tappa consigliatissima.
Si tratta della scuola coranica più grande del Marocco e risale al 1565.
Attorno allo spettacolare cortile interno trovano collocazione 130 stanze, in cui potevano essere ospitati fino a 900 studenti. Le decorazioni di muri, soffitti e stanze sono ricchissime, davvero splendide. Spendete un po’ di tempo anche a visitare le celle, i corridoi ed i cortili interni: ne vale la pena.
In un paio di sale tra l’altro viene proiettato in loop un video che illustra alcuni dettagli dei certosini lavori di restauro (terminati nel 1982) e di manutenzione del palazzo. Sedetevi a dare una occhiata: l’abilità e la precisione degli artigiani che provvedono a pulire, restaurare, stuccare, dipingere le migliaia di decorazioni sparse ovunque è davvero stupefacente.

Palazzo El Bahia
Altra attrazione da visitare senz’altro.
E’ molto più moderno della Madrasa di Ben Youssef: risale all’inizio del XX secolo.
Viene considerato un capolavoro dell’architettura tradizionale marocchina, la sua pianta si estende per 8 ettari ed è composto da oltre 150 stanze, tutte decorate con marmi e legni pregiati. Le varie ali del palazzo sono suddivise da cortili e giardini lussureggianti.
Il palazzo è stato portato al suo massimo splendore da Abu Bou Ahmed, uno schiavo di colore che riuscì ad affrancarsi e ad ottenere il titolo di visir. Purtroppo oggi le stanze sono completamente vuote, poiché alla morte del visir Abu Bou Ahmed tutti i ricchissimi arredi sono stati trafugati. Rimangono intatti e visibili solo le meravigliose decorazioni dei soffitti.

Palazzo El Badi
Questo imponente palazzo fu costruito nel XVI secolo per celebrare una vittoria militare, e il progetto mirava a rappresentare la ricchezza del sultano Ahmad al-Mansur e la magnificenza del suo regno.
Per completarlo sono stati necessari 25 anni di lavori e grazie anche all’utilizzo dei migliori artigiani e materiali del mondo, tra cui oro del Sudan e marmi italiani, venne all’epoca considerato uno tra i palazzi più belli del mondo.
Disponeva di un enorme cortile, svariate piscine, 360 stanze ed era riccamente decorato ovunque: un tripudio di oro, marmo, mosaici e sculture.
A partire dal XVII secolo, quando il sultano Moulay Ismail decise di trasferire la capitale da Marrakech a Meknes, è iniziato il periodo di declino di questo maestoso palazzo. I saccheggi e il passare del tempo hanno fatto il resto: oggi rimangono da visitare soltanto le rovine di quella che veniva considerata un’opera meravigliosa.
Tuttavia vale senz’altro la pena di organizzare una visita per farsi una idea di come potesse essere all’apice del suo splendore.

Jardin Majorelle
Questi splendidi e lussureggianti giardini si trovano poco fuori dalla Medina e sono stati realizzati all’inizio del ‘900 dal pittore parigino Jacques Majorelle, che vi ha costruito anche la sua abitazione ed il suo studio, interamente dipinti in una particolare tinta blu (blu Majorelle, appunto) messa a punto dal pittore stesso proprio per decorare questa residenza.
Negli anni ’80 i giardini sono stati acquistati e restaurati dallo stilista Yves Saint Laurent, che li ha trasformati in un paradiso della botanica, con migliaia di cactus, palme, bambù e piante di ogni specie, sparse tra laghetti, ponticelli e spazi ameni per rilassarsi contemplando la bellezza della natura, tutto attorno alla sua splendida casa blu.
Alla sua morte, le ceneri dello stilista sono state disperse all’interno del parco, in particolare nel roseto.
Oggi i giardini sono visitabili a pagamento e accolgono oltre 600mila turisti all’anno, quindi attrezzatevi per tempo: prenotate la visita, preparatevi a fare un po’ di coda e rispettate gli orari assegnati al momento della prenotazione, poiché gli ingressi sono rigidamente contingentati per gruppi proprio in base all’orario.

Escursione nel Deserto
Visitare Marrakech e non pianificare almeno un blitz nel deserto, sarebbe davvero un peccato.
Il fascino prepotente del Sahara giustifica senza dubbio un prolungamento del viaggio, ma avendo solo un giorno e mezzo a disposizione, noi abbiamo optato per una comoda escursione nel deserto di Agafay, considerato il “deserto di Marrakech” proprio per la sua vicinanza alla città (un paio d’ore di auto all’incirca).
E’ probabilmente la meta più indicata per blitz di questo tipo, poiché l’Atlante e il Sahara più profondo, senz’altro pieni di attrattiva e di scorci interessanti, implicano però logistiche più impegnative, una spesa più elevata e un maggior numero di giornate a disposizione.
La nostra scelta è caduta, tra gli altri consimili trovati via web, su questo “accampamento”: https://www.emeraudeagafay.com/

Attenzione: i sognatori non si illudano di vivere una audace avventura alla Indiana Jones.
Trattasi di una sorta di resort costruito (come tanti tanti altri, la scelta è ampia) nel mezzo del deserto roccioso: non aspettatevi quindi le dune di sabbia tipiche del Sahara. Gli alloggi sono “tende” comode, ampie e climatizzate, provviste di bagno in muratura e c’è anche una ricca zona piscina con lettini, bar e ogni genere di comfort.
Insomma, più che una spartana e romanzesca parentesi tra le dune insieme ai tuareg, ci siamo concessi una confortevolissima gita nel deserto insieme ad altri turisti occidentali.
Tuttavia il fascino della cammellata al tramonto (uno spettacolo di luce e colori davvero pazzesco), la cena tipica con intrattenimento musicale “locale”, la formidabile stellata notturna, e la peculiarità dell’alloggio in “tenda”, hanno reso la fine della vacanza davvero gradevole e pittoresca.
In caso di breve viaggio a Marrakech direi che una escursione nel deserto di questo tipo è senz’altro da mettere in programma.
Conclusioni
Lo ammetto: al momento della partenza non ero del tutto entusiasta, poiché nella mia personalissima lista di preferenze riguardo ai luoghi e alle città da visitare, altre mete turistiche avevano la priorità, rispetto a Marrakech. Tuttavia il viaggio mi è davvero piaciuto e sono stato felice di aver seguito gli amici che lo hanno organizzato.
Certo, in diverse occasioni ho avuto modo di percepire una spiccata “vocazione turistica” di alcuni scorci, forse costruiti ad arte sacrificando un po’ di autenticità, tuttavia il folclore e l’esoticità di questo luogo restano intensi e la visita a Marrakech vi conquisterà facilmente: è stata una vacanza particolare, piacevole, divertente, piena di immagini, suoni, profumi e colori difficili da trovare nelle nostre capitali europee.
.
Grazie Ceo!!! Attraverso il tuo articolo ho ripercorso i bei ricordi di quella straordinaria vacanza tra amici, davvero unica, ricca di emozioni per luoghi, abitudini e culture molto diverse dalle nostre! Indimenticabile!