Mi è caduto il cellulare.
Era successo altre volte e si era sempre salvato. Forse una sfortunata combinazione tra angolo di impatto e velocità di caduta, forse l’appuntamento inevitabile col fato: stavolta è esploso in una girandola di pezzi. Tastiera, display, scocca, batteria. Orrore e raccapriccio.
La notizia si è presto diffusa e da più parti ho raccolto consigli e suggerimenti.
Gli amici meno tecnologici hanno subito minimizzato: “Che problema c’è… Vai in qualche ipermercato, peschi un cellulare dal cestone delle offerte e sei a posto. Con 39 euro ti passa la paura.” Ho replicato “Vabbè, ma un minimo di fotocamera per immortalare qualche scatto e inviarlo via mail, qualche applicazione web, un navigatore, un social network…”
Mi hanno guardato con disprezzo, definendomi “fashion victim”, schiavo del consumismo e “servo del potere”. Non volendo perdere altro tempo prezioso a involgarirsi chiacchierando con un burattino nelle mani di Zuckerberg, se ne sono andati commiserandomi.
Poi sono andato dagli amici sempre sul pezzo e da quelli presumibilmente “neutrali”.
Mi ha accolto una monocorde esaltazione dello Smartphone più sulla cresta dell’onda, di cui parlano con un rispetto ed una ammirazione ai limiti del misticismo. Il suo ideatore tra l’altro era un’icona moderna ed è da poco mancato, quindi, complice l’indigestione di retorica mass-mediatica, tutto ciò che porta il marchio della sua azienda profuma ora di misticismo e santità. Tuttavia, cercando di indagare sulle funzionalità e su alcuni aspetti specifici che mi interessano particolarmente, ho ricevuto risposte poco significative: chi lo possiede è rimasto sul vago e solo in qualche caso ha ammesso alcuni limiti ma minimizzando molto. Chi lo desidera invece vive la propria voglia di acquistarlo con fede assoluta e cieca voluttà e si rifiuta di ascoltare voci contrastanti o di fare analisi di sorta. Vabbè, ho abbandonato la curva degli ultras e sono passato oltre.
Ho deciso quindi di affrontare la platea più difficile: quella dei cosiddetti “smanettoni”. Appena ho annunciato l’intenzione di acquistare uno smartphone mi hanno guardato come se arrivassi da Marte.
“Stai scherzando… In questo momento non è proprio il caso. Apple sta per sfornare l’iOS5, Android presenterà nel giro di qualche mese IceCreamSandwich e Nokia farà debuttare a breve il primo smartphone finlandese con Windows Phone 7. Qualsiasi cosa tu possa comprare ora, l’anno prossimo non sarà semplicemente “vecchia”. Sarà di una generazione già dimenticata. Praticamente archeologia.”
Minchia. E io ingenuotto che stavo già andando in negozio… Certo che quello sprovveduto del mio cellulare mi ha messo in una bella grana andando a rompersi nel momento meno opportuno: evidentemente ignorava queste rutilanti evoluzioni del mercato… Vabbè non mi perdo d’animo e abbozzo: “Ok, allora tengo duro un mese con un muletto e poi la prima novità che esce è mia!!! Che ne dite?”
“Sei matto? Vuoi prendere le prime versioni? Piene di bachi da risolvere e problemi vari? No no… devi lasciare che le cose si stabilizzino e solo dopo potrai fare delle valutazioni serie. Seconda metà dell’anno prossimo almeno”.
Forse è sfuggito loro che nel frattempo io sono senza telefono, comunque osservo anche che probabilmente tra 18 mesi ci saranno altre evoluzioni e novità, quindi mi troverò nella stessa situazione di oggi. In pratica un circolo vizioso senza uscita… Annuiscono con sguardo solidale, ammettendo che il problema è serio. Non si capisce come faccia la gente per strada a rimanere così serena. Per sdrammatizzare butto là una ulteriore variabile.
“Ah ragazzi, c’è anche una complicazione: nel mio cellulare ormai acciaccato avevo memorizzato alcuni sms cui sono in qualche modo legato e dei quali non vorrei perdere traccia. Immagino che passarli sul nuovo apparecchio sia una banalità, indipendentemente dal sistema operativo o dalla marca dello smartphone”.
Sgranano gli occhi e impallidiscono all’istante. Mi rendo conto di aver esagerato e mi mordo la lingua ma ormai è tardi… Al di là del fatto che non concepiscono l’idea di conservare sms più a lungo del tempo necessario per leggerli, il dibattito si sposta subito sulla questione tecnica e ne nasce un vespaio. Si può, non si può, devi jailbreakare, devi fare qua, devi fare là… Pare che una operazione così banale e così scontata sia in realtà un problemone. Internet trabocca di forum sull’argomento. Evidentemente la tecnologia fa passi da gigante ma chi ne tiene le redini e la conduce verso il futuro non brilla per intelligenza o per attenzione all’utente finale. O forse sono io l’ultimo romanticone che ama tenere alcuni sms in memoria.
Uno dei ragazzi all’improvviso tenta di aprire uno squarcio di ottimismo: pare che un hacker coreano sia riuscito, due anni fa, a passare otto sms da un Apple a un Samsung e infine ad un Nokia, attraverso il ricorso ad algoritmi di calcolo in turbopascal, alla fisica quantistica e a un paio di operatori del paranormale. L’operazione è eseguibile solo nei giovedì di luna piena e in presenza di almeno due bionde naturali, altrimenti non funziona. Talvolta il cellulare, dopo il trattamento, comincia a far suonare in loop la canzone “Son tutte belle le mamme del mondo” in una versione inedita cantata dai Metallica. In quel caso per spegnerlo pare lo si debba gettare tra le fiamme del Monte Fato.
La soluzione alternativa è quella di fare il download di otto programmi software che lanciati in un combinato disposto permettano di trasferire gli sms in formato leggibile sul pc di casa. Faccio presente che il bello degli sms è poterli leggere al volo, ispirati da un’incontro, da un tramonto, da un ricordo, da profumi o da situazioni imprevedibili, magari a 800km da casa. Averli memorizzati solo a casa è una idea paragonabile a quella di tenere dei cd musicali in ufficio e canticchiare da soli in auto se durante un viaggio viene voglia di ascoltare musica. Gli smanettoni ne convengono ma fanno spallucce. E francamente non è modo.
In tutto questo io sto ancora girando con un muletto, ovvero il mio cellulare precedente, e la cosa mi sembra inaccettabile (si noti che fa egregiamente tutto ciò che farà quello nuovo, qualunque modello io possa comprare, ma ha la tastiera e soprattutto non è più “a la page”). Non mi resta che correre a perfezionare l’acquisto di uno Smartphone che faccia tutto quello che mi serve e anche qualcosa di inutile in più. Tutto il resto è noia.
Vi saprò dire.
AH ! Come ti permetti di far cadere il cellulare in questo particolare momento che la tecnologia sta attraversando ?!?!?
AH ! 🙂
Ti capisco, ho affrontato questo problema circa un anno fa.
Avevo un vecchio smartphone con cui mi trovavo benissimo, nonostante la mia indole da smanettone e da ultima realese, non cambiavo il telefono perchè mi ci trovavo bene.
Poi dopo un po’ troppa umidità salina e qualche caduta di troppo, faceva le cose un po’ troppo da solo inviando sms alle persone sbagliate e prima di fare qualche gaffe irreparabile mi sono deciso a cambiarlo.
Non ho per nulla preso in considerazione i prodotti del marchio ortofrutticolo, li ritengo troppo modaioli e di tendenza, non fa per me, non posso assomigliare agli altri, piuttosto il contrario.
Il nuovo telefono è durato 3 mesi faceva tutto e anche quello di cui non avevo bisogno, stupendo, bello, veloce.
Mi sono accorto però che non era l’ultimo ritrovato in fatto di tecnologia. Gli mancava sempre qualche cosa. Quando ti ritrovi questi aggeggi per le mani li usi, non ce nulla da fare, sono affascinanti, comodi… ipnotici ! Alla fine lo accarezzi come se fosse la tua amante, gli parli, ci litighi…
Iniziando questo rapporto morboso con il mio smartphone mi sono quindi ritrovato di colpo in un turbinio di sensazioni mistiche, il mio smartphone mi doveva dare di più, leggevo su internet che gli smartphone di altri erano migliori, facevano cose che il mio non faceva… Ma come ??? dopo tutte queste grandi pensate ho preso un compagno di viaggio vecchio e zoppicante, dove una lavata ed un’asciugata non bastano ?
Sono andato di nuovo in negozio ed ho preso allora un altro smartphone (non ortofrutticolo) con cui oggi il rapporto sì è consolidato ed è davvero unico.
Buoni acquisti
Max